E così, dopo due settimane di intensi studi e prove in cucina, la serata scozzese è arrivata…ed è passata, con successo!
Trenta invitati + una tradizionen culinaria pressochè sconosciuta = ansia da prestazione a mille!!! L’occasione era la Burns Night, cioè la celebrazione di Robert Burns, famoso poeta scozzese, il cui ‘compleanno’, il 25 gennaio, è praticamente una ricorrenza nazionale che viene festeggiata con tanto di cena tradizionale e declamazione di versi. La prima cena tenuta in sua memoria c’è stata nel 1801, in occasione del quinto anniversario della sua morte. Da allora, è diventata una tradizione per tutti gli scozzesi. Tre cose non possono mancare, l’Haggis, il whisky (scozzese, ça va sans dire) e le sue poesie.
Ora, per il nettare degli dei, nessun problema, per i versi, fortunatamente, non stava a me, ma per il cibo sì!!
Da quel ‘poco’ che avevo letto, avevo capito che non avrei mai potuto cimentarmi nella preparazione del piatto per eccellenza, il famoso Haggis: cito testualmente “insaccato di interiora di pecora, macinate insieme a cipolla, grasso di rognone, farina d’avena, sale e spezie, mescolati con brodo e bollite tradizionalmente nello stomaco dell’animale per circa tre ore”…non faceva al caso mio…!
Eliminati il salmone (per 30 persone?? non scherziamo) e la cacciaggione (comodo…), avevo scoperto l’esistenza della cock-a-leekie, zuppa scozzese di pollo e porri con prugne e aveva deciso che questa faceva al caso mio, però rivisitata come secondo.
Per antipasto, un bel tris di tartine, che si mangiano facile in un boccone, anche con una birra in mano e almeno altre due già in corpo! Per decorarle, ho scelto colori brillanti e un vago rimando alla tradizione: il salmone, stavolta sì, affumicato, a forma di rosellina, su una base di ricotta aromatizzata, con aneto e pepe rosa; una crema di gorgonzola (che ricorda un tipico erborinato scozzese, il Lanark Blue) con noci e miele; una mousse di barbabietole rosse (loro usano molto le rape bianche, protagoniste di un tradizionale purè, neeps, ma anche la versione rossa è apprezzata) con nocciole. Il tutto, su un pane nero di segale che contrastava perfettamente con gli altri colori.
Infine, per dessert, un vero must della cucina scozzese, il Cranachan: panna montata con whisky, fiocchi di avena, miele e lamponi, freschi e in marmellata.
La soddisfazione più grande: i complimenti di una vera scozzese!